Casa Digitale compie un anno

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Casa Digitale compie il suo primo anno di vita: un anno di difficoltà, battaglie ma anche numerosi successi soprattutto grazie alla straordinaria accoglienza dell’iniziativa da parte della cittadinanza a cui è rivolta.

Presentato il 30 gennaio 2019, il progetto di Casa Digitale è stato avviato esattamente un anno fa, il 5 febbraio 2019: da allora sono state erogate ben 390 ore gratuite di formazione che hanno permesso di diffondere competenze digitali di base ai cittadini che subiscono il digital divide per fattori culturali.

Casa Digitale infatti consiste in una rete di punti territoriali, attualmente attivi nei Comuni di Monza, Brugherio e Vedano al Lambro, rivolti alla cittadinanza dove è possibile, previa prenotazione, fissare un incontro gratuito con un facilitatore digitale preparato nel fornire supporto a chiunque abbia problemi con le nuove tecnologie: è infatti più facile formare una persona che avverte un bisogno specifico (es. voler utilizzare Skype per una videochiamata con un parente lontano oppure effettuare un’iscrizione scolastica per figli o nipoti) in quanto la sua soglia di attenzione sarà naturalmente molto elevata.

Il rapporto 1:1 permette di migliorare l’efficacia in termini di trasferimento di competenze rispetto ad una classe allargata, dove spesso i partecipanti si rallentano reciprocamente nell’apprendimento perché non partono da condizioni omogenee come competenze e capacità di assorbimento delle informazioni, ma anche di vincere la generale diffidenza verso la tecnologia da parte di chi non ha competenze digitali di base.

Un anno in numeri

Ad un anno esatto dall’inizio di questa avventura abbiamo deciso di pubblicare alcuni numeri per permettere ai cittadini di comprendere come il servizio stia funzionando: sono online infatti le statistiche di Casa Digitale e tali rimarranno, costantemente aggiornate settimana dopo settimana.

Tra i dati che saltano all’occhio sicuramente l’elevato tasso di riprenotazione (superiore al 90%) da parte degli utenti che testimonia la bontà del servizio erogato, ma anche l’efficacia nell’incentivare i cittadini ad attivare un’identità digitale (oltre il 39%) considerando che il principale limite di SPID è sempre stata la sua diffusione.

A latere dei numeri, durante il primo anno di attività di Casa Digitale sono stati raccolti anche molti interessanti spunti di riflessione: un dato significativo è che la difficoltà in ambito digitale, pur essendo presente soprattutto tra gli over 60, si è osservata anche da parte dei più giovani in relazione all’utilizzo dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione suggerendo che probabilmente occorra riflettere anche sulla capacità di interazione delle ultime generazioni con piattaforme tecnologiche diverse da quelle destinate all’intrattenimento.

Casa Digitale comunque ha permesso in particolare modo di rispondere all’esigenza, storicamente inascoltata, dei cittadini che non sono indipendenti nell’uso delle nuove tecnologie e che non riescono a ricevere un aiuto nemmeno in famiglia da parte dei parenti più prossimi spesso privi di tempo o disponibilità.

Ma esiste anche una fetta consistente di popolazione che è diffidente verso il mondo digitale: in questo anno presso gli sportelli di Casa Digitale sono transitate persone che non erano in possesso di uno smartphone (“perché il telefono mi serve solo a telefonare”) ma che poi sono state convinte a fare il grande salto oppure persone a cui era stato regalato un telefono di ultima generazione ma non avevano avuto mai l’opportunità di configurarlo e utilizzarlo, cosa che invece è stata resa possibile dal servizio.

Lo spaccato dell’utenza servita da Casa Digitale evidenzia una buona parte di cittadini che utilizza solo alcune tecnologie, spesso con finalità di intrattenimento, ma non altre ben più utili: per esempio l’uso di WhatsApp ma non quello di un indirizzo di posta elettronica che però è un requisito indispensabile per ottenere l’identità digitale o comunque per interagire con la PA.

Anche questo aspetto è indicativo di come sia generalmente sottostimata, a livello istituzionale, da una parte la capacità del cittadino di utilizzare le tecnologie che gli consentano di dialogare con la PA mentre dall’altra l’opportunità della PA di essere presente su canali tradizionalmente meno diffusi ma che invece sono utilizzati dal cittadino stesso, come Telegram, che renderebbero più facile il coinvolgimento della popolazione.

Da un’osservazione empirica, appare però chiaro che il cittadino sia incentivato a confrontarsi con tematiche per lui ostiche soprattutto quando ne percepisce un vantaggio chiaro: è il caso dell’accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico di Regione Lombardia il cui funzionamento e la cui comodità hanno incentivato gli utenti ad imparare le modalità di accesso e utilizzo.

La soddisfazione di un bisogno, risolvibile solo digitalmente, è stata la leva che ha permesso al servizio di assistere i cittadini nelle numerose richieste di supporto per la compilazione di domande relative ai bandi e ai contributi dei Comuni coinvolti e di Regione Lombardia fra cui Dote Scuola, Dote Sport, la domanda online per la richiesta di un alloggio pubblico o ancora l’iscrizione al nuovo anno scolastico.

L’approccio, in tal senso, è stato quello di portare gli utenti a dotarsi dell’identità digitale per poi accompagnarli nella creazione della pratica affinché capissero le dinamiche e venissero resi autonomi nel ripetere il processo da soli, ove necessario.

Questo aspetto è forse il pilastro fondamentale su cui si regge l’iniziativa: Casa Digitale non è uno sportello che sostituisce il cittadino nel rapporto con il digitale ma è uno strumento di transizione al digitale.

Secondo i dettami del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) infatti la Pubblica Amministrazione deve aspirare alla piena trasformazione digitale e alla dematerializzazione: questo sarà possibile solo qualora i cittadini siano in grado di rapportarsi con la PA utilizzando canali esclusivamente digitali e rendendo quindi del tutto inutili e obsoleti gli attuali sportelli fisici che dovranno essere riconvertiti.

In tal senso è evidente come questo percorso sarà difficile se la stessa PA non aiuta o incentiva i cittadini ad un’indipendenza nell’uso delle nuove tecnologie mentre sarà impossibile se riterrà prioritarie azioni a supporto della gestione tradizionale del rapporto con il cittadino: che senso ha infatti per la popolazione recarsi, per esempio, allo sportello anagrafe quando potrebbe essere in grado di richiedere online il certificato di cui necessita?

Una PA digitale è una PA efficiente, con un notevole risparmio di denaro pubblico.

https://www.facebook.com/dataroom.milena.gabanelli/videos/2556833871309133/

Tornando alla dimensione locale i Comuni del progetto pilota, ossia il Comune di Monza, il Comune di Brugherio e il Comune di Vedano al Lambro sono pienamente soddisfatti del servizio: purtroppo però la nota dolente è la lunga lista di attesa a causa di una domanda elevatissima e le poche risorse a disposizione.

Un’attesa eccessiva, a volte anche di 90 giorni, fra un appuntamento e l’altro comporta una riduzione dell’efficacia della formazione: ci si auspica quindi che il servizio possa essere potenziato con l’individuazione di risorse umane adatte allo scopo per ridurre sensibilmente le code che, ad oggi, superano le 6 settimane.

Nel frattempo, grazie ad una serie di sinergie, è in corso la progettazione dell’espansione nella Provincia di Monza e Brianza e sull’Area Omogenea Cremasca grazie al supporto di lungimiranti amministratori locali che hanno manifestato interesse tanto da far guadagnare notorietà al progetto.

Che la strada sia quella giusta lo si capisce facilmente dalle linee guida del nuovo Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione che annovera nelle attività da svolgere interventi atti alla diffusione delle idonee competenze digitali alla cittadinanza.

Ma non solo il Governo ha capito la centralità di una società davvero digitale: recentemente TIM ha lanciato il progetto Operazione Risorgimento Digitale, una scuola itinerante nei Comuni italiani dedicata all’alfabetizzazione digitale.

Un bellissimo progetto che denota la sensibilità di TIM al tema: non a caso nel 2017, durante la progettazione di Casa Digitale, venne contattata Fondazione TIM a cui venne presentata l’iniziativa per ottenere un sostegno che poi invece è arrivato da Fondazione Micron, senza la quale non sarebbe stato possibile realizzare quanto creato.

La strada è ancora lunga ma siamo sicuri che il solco sia tracciato, buon anno a noi e grazie a tutti i numerosi cittadini che, oltre ad utilizzare il servizio, se ne sono fatti promotori presso parenti e amici.

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