Per tutti gli operatori TLC che erogano i propri servizi affittando l’infrastruttura di rete da TIM, che ha in carico l’ex rete pubblica di comunicazione, è avvenuta una piccola e decisiva rivoluzione.
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il cui profilo è accessibile qui, ha infatti deliberato l’istituzione di un modello di disaggregazione dei servizi accessori ai servizi wholesale di accesso, da postazione fissa, alla rete pubblica di comunicazione elettronica.
In forza della delibera Agcom 321/17/Cons gli operatori TLC potranno ora rivolgersi anche a terze parti per l’attivazione e la manutenzione delle linee senza passare dal locatore.
La disaggregazione dei servizi porta benefici agli utenti
Il vantaggio fondamentale di questa novità produce sensibili effetti in capo al consumatore finale perché si ridurrà il rischio di essere in ostaggio di lungaggini amministrative derivanti da un doppio interlocutore nell’attivazione di contratti o nella risoluzione dei guasti.
Precedentemente infatti, qualunque fosse l’esigenza, l’utente si doveva rivolgere al proprio operatore TLC che poi avrebbe dovuto attivare i propri canali con il gestore della rete (TIM appunto) per tutte le operazioni fisiche sull’infrastruttura.
In più occasioni i processi di interazione hanno causato notevoli ritardi e disguidi, spesso anche in relazione ad una volontà, da parte dell’ex monopolista, di non essere così celere nell’effettuare la propria parte.
Con la disaggregazione dei servizi invece l’operatore TLC potrà decidere autonomamente se far intervenire il gestore oppure un player di propria fiducia.
L’unico vincolo è che le aziende che interagiranno con l’infrastruttura di rete di TIM dovranno preventivamente aver ricevuto un’abilitazione e potranno essere al massimo quattro per ogni area di intervento.