L’ISTAT evidenzia una scarsa incisività della trasformazione digitale sul sistema produttivo

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La sesta edizione del Rapporto ISTAT sulla competitività dei settori produttivi delinea un quadro per cui c’è ancora molta strada da percorrere nella rincorsa alla rivoluzione digitale.

Due terzi delle imprese risultano sostanzialmente indifferenti alla digitalizzazione dei processi produttivi mentre le imprese che presentano un elevato tasso di digitalizzazione rappresentano solo il 3% del totale.

Questa situazione impatta significativamente sulla produttività del sistema Paese: il tasso di crescita congiunturale pari in media a +0,2%, di 0,2 punti percentuali al di sotto della media europea mentre gli investimenti sono cresciuti a un tasso medio dello 0,5%, contro lo 0,9% dell’Ue.

A pesare inoltre il divario sul fronte dell’impiego di internet come elemento di crescita nonché della larghezza di banda della connettività internet che incrementa la distanza tra PMI e grandi imprese.

Un sistema produttivo in transizione

La situazione, nella sua complessità, sembra sugggerire un sistema produttivo in transizione con evidenti segnali di recupero anche in virtù degli incentivi del piano Industria 4.0 anche se rispetto ai principali Paesi dell’Unione Europea la ripresa si è manifestata più tardi e più debolmente a causa soprattutto di una minore propensione agli investimenti in capitale immateriale ossia quello delle competenze.

Di massima nel triennio 2014-2016 il 48,7% delle aziende italiane di industria e servizi di mercato con almeno 10 addetti ha svolto attività innovative di cui 30,3% sono classificabili come innovatori forti, ossia in grado di innovare prodotti e processi mentre quasi il 25% sono innovatori di prodotto e il 18,5% innovatori di processo.

Maggiori informazioni direttamente accedendo al testo del rapporto ISTAT.

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