L’OCSE lancia un allarme sullo stato della diffusione di competenze digitali in Italia e in particolare sull’alfabetizzazione digitale di base.
Nell’ultimo report Skills Outlook 2019, l’OCSE fotografa uno scenario preoccupante: la popolazione italiana non possiede, di fatto, le competenze di base necessarie per prosperare in un mondo digitale.
Solo il 21% della popolazione tra i 16 e i 65 anni possiede un livello di alfabetizzazione digitale soddisfacente raggiungendo il livello 3 dell’apposito test PIAAC: il 36% è in grado di utilizzare internet in modo complesso e diversificato.
Tali risultati proiettano l’Italia al livello più basso in assoluto di tutti i Paesi dell’OCSE anche se va osservato che solo Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia stanno crescendo in termini di competenze digitali: tutti gli altri Paesi hanno generalmente problemi.
La difficoltà è dovuta sicuramente al sistema educativo tradizionale che non è strutturato per sviluppare modalità di apprendimento evoluto e quindi trasmettere contenuti formativi legati al mondo del digitale.
Il medesimo scenario si affronta anche nel settore lavorativo: le risorse ICT nostrane infatti risultano utilizzate con un’intensità inferiore rispetto alle altre nazioni dell’OCSE.
Di più, ben il 13,8% dei lavoratori italiani occupa posizioni ad alto rischio di automazione contro statistiche inferiori nella media europea: questo implica che le persone occupate in questi ambiti sono destinate ad essere rimpiazzate da software e macchine nel loro lavoro.
La riconversione ad occupazioni soggette ad un minore rischio e quindi una maggiore longevità richiederebbe un lungo periodo di formazione che è difficilmente accessibile.
Il report completo è rinvenibile qui.