C’è l’accordo Stato-Regioni per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione: per la prima volta l’Italia ha un chiaro programma attuativo circa le attività da effettuare nelle strutture amministrative pubbliche prossime al cittadino.
Si tratta di un passaggio fondamentale per la spesa digitale pubblica indirizzata dal piano triennale approvato negli scorsi mesi che prevede circa 6 miliardi di euro di investimenti.
Il programma di digitalizzazione dell’Italia è ambizioso ma è anche molto indietro rispetto alle aspettative: dal miglioramento della sanità attraverso l’uso del digitale alla possibilità di interagire completamente con la PA via internet senza bisogno di fare file o prendere appuntamenti.
Le difficoltà maggiori, come rilevato anche dalle stime Eurostat 2017 sui ritardi digitali dell’Italia, sono concentrati soprattutto nella mancanza di governance ossia l’assenza di un ruolo chiaro di comando e di assunzione di responsabilità.
Le Regioni, sulla carta informalmente incaricate di guidare i Comuni ad adottare i servizi digitali, non sono state mai effettivamente incaricate nel governare il percorso; questo fino ad oggi, con l’accordo Stato-Regioni per la prima volta viene ufficializzato il ruolo delle Regioni , stabilendo un’indicazione esatta di quello che si andrà a realizzare sui diversi territori per attuare il piano triennale.
Un modello di condotta già utilizzato
Il modello di accordo ricalca quello fra Stato-Regioni per il piano BUL (Banda Ultra Larga) che ha visto investimenti pubblici da 3 miliardi di euro nelle zone a fallimento di mercato.
L’accordo permette di creare un perimetro chiaro sulla strategia di crescita digitale Governo-Regioni, un indirizzo comune delle Regioni che troverà una sua declinazione e definizione di dettaglio negli accordi che le stesse effettueranno con le PA locali.