I recenti cambiamenti delle policy di WhatsApp inducono riflessioni più attente, tanto che il Garante per la privacy vuole vederci chiaro.
Facebook e Whatsapp continuano ad incamerare dati degli utenti che rappresentano la ricchezza del nuovo secolo, quella su cui si daranno battaglia le grandi multinazionali nei prossimi anni e che determinerà la nascita di nuove potenze extraterritoriali.
Si pone però un problema di tipo normativo, dal momento che le azioni delle grandi compagnie tecnologiche devono necessariamente confrontarsi con le legislazioni nazionali fra cui quella italiana che, in materia di trattamento dati, è estremamente garantista nei confronti dei cittadini.
Nella fattispecie il Garante vuole sapere con precisione in che misura è stata rispettata la normativa italiana vigente.
Infatti, a meno che non abbiate deciso di disattivare WhatsApp durante l’ultimo maggiore aggiornamento, avrete accettato la sua nuova informativa sulla privacy che poneva un preoccupante rischio.
In breve, la nuova informativa comunicava all’utente l’imminente condivisione di dati personali con Facebook fra cui il numero di telefono: l’azione esporrebbe gli utenti dei servizi ad una serie di facilmente intuibili ripercussioni, anche in relazione alla propria intenzione di mantenere un’identità distinta sulle due piattaforme.
Il Garante per la privacy per questo ha quindi deciso di aprire un’inchiesta per valutare potenziali irregolarità circa la natura e le modalità dell’interscambio dei dati personali degli utenti.
La privacy è un problema globale
Infatti con la nuova privacy policy adottata da Facebook e da Whatsapp è posta a serio rischio anche la privacy di chi non è iscritto a nessuno dei due servizi: i dati vengono comunicati per il semplice fatto di trovarsi in una rubrica telefonica di un utente di WhatsApp.
La condivisione dei dati con Facebook ha attirato l’attenzione del Garante anche in Germania che ha imposto il divieto allo scambio di dati tra i due social.
In Italia il Garante ha chiesto a Facebook di fornire, entro il prossimo 15 ottobre:
- la tipologia dei dati che WhatsApp ha intenzione di condividere con la controllante;
- le modalità di acquisizione del consenso da parte degli utenti per la trasmissione;
- le misure per garantire l’esercizio dei diritti riconosciuti dalla normativa italiana sulla privacy, considerato che dall’avviso inviato sui singoli device la revoca del consenso e il diritto di opposizione erano esercitabili in un arco di tempo limitato.
Entro pochi giorni si avranno maggiori dettagli.